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I pittori alla Corte Angioina di Napoli – 1266-1414

 

Ferdinando Bologna

 

I pittori alla Corte Angioina di Napoli – 1266-1414

e un riesame dell’arte nell’età fridericiana

 

Pagine: 400 – Testo italiano – Premio Napoli. Napoli, 1970
Illustrazioni: 34 a colori – 561 in b/n
Rilegatura: cartonato
ISBN: 271-00117-8
Disponibilità: esaurito

 

Categoria:
Descrizione

I pittori alla Corte Angioina di Napoli – 1266-1414

e un riesame dell’arte nell’età fridericiana

 

Gli studi sulla filologia e la storia della pittura a Napoli nel XIV secolo, prima della pubblicazione del presente volume, non erano stati affrontati sistematicamente né secondo un approccio critico moderno. Questo lavoro, grazie a una nuova ed esaustiva interpretazione dei fatti artistici e culturali e valendosi del supporto di un imponente materiale messo a disposizione a seguito di una vasta campagna fotografica condotta nel 1968 dal Gabinetto Fotografico Nazionale, prospetta una ricostruzione degli avvenimenti pittorici avvenuti a Napoli nel periodo preso in esame in stretto rapporto con gli accadimenti della storia angioina che li provocarono. Da qui il titolo del libro: I pittori alla Corte Angioina di Napoli. L’interesse del volume, in ogni caso, non è limitato ai problemi di ambito napoletano; infatti, attraverso nuovi argomenti, supportati da un’inedita documentazione iconografica oltre che archivistica, l’autore riesamina alcune questioni fondamentali inerenti la cultura artistica del Duecento e del Trecento italiano, da Cimabue a Giotto e Simone Martini fino a Lippo Vanni, Andrea Vanni e Nicolò di Tommaso.

 

Fourteenth-century Neapolitan paintings poses problems that have been discussed with neither a deep knowledge of history and philology nor a modern critical approach. The present work, through new discoveries as well as through an exhaustive reinterpretation of known facts, restores a neglected subject to art historical studies. It undertakes to identify those achievements that can be recognized as strictly Neapolitan in origin and largely unaffected by the presence of outside influences. The interest of the volume, however, is not restricted merely to Neapolitan problems; with new arguments supported by exhaustive unpublished documentation, the author re-examines the basic questions of the Italian Duecento and Trecento, from Cimabue to Giotto and Simone Martini, up to Lippo Vanni, Andrea Vanni and Nicolò di Tommaso.