Giuliano Briganti
e l’origine della veduta settecentesca
Pagine: 386
Illustrazioni: 31 a colori – 450 in b/n
Rilegatura: cartonato
ISBN: …
Disponibilità: esaurito
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In riferimento agli scambi artistici tra Olanda e Italia durante il XVII secolo, Gaspar Van Wittel è giustamente considerato una figura essenziale per ciò che concerne un nuovo modo di intendere la pittura di paesaggio: è in Van Wittel, infatti, che si possono rintracciare le origini della veduta topografica della città, così importante a Venezia durante il XVIII secolo. Van Wittel, infatti, fu esponente significativo della cultura artistica dell’ultimo Seicento, in particolare nell’ambito del genere del paesaggio, verso il quale aveva mostrato sin da subito una predilezione sostanzialmente esclusiva e che aveva radicalmente rinnovato. Inoltre, «il pittore della Roma Moderna», per usare le parole di Luigi Lanzi, fu di certo la figura che più di altre ebbe una responsabilità nell’orientare e determinare le origini del vedutismo settecentesco in Italia, un genere che annoverò altissimi e rinomati episodi e che non tardò a diffondersi in tutta Europa. Non è fuor di misura, dunque, considerare Van Wittel, sia pure in un ambito limitato al genere prediletto, come un iniziatore. Per questo motivo Giuliano Briganti ne inserisce la vicenda in un contesto più generale che riguarda la storia della “veduta” risalendo a quelle che, più legittimamente, possono ritenersi le sue origini e seguendone, per linee essenziali, i differenti motivi e sviluppi.
Dopo un corposo saggio introduttivo, il volume consta di un regesto documentario della vita e dell’attività dell’artista, seguito dal catalogo critico delle opere, ordinato cronologicamente e topograficamente. L’autore, infine, prende in considerazione anche il nutrito catalogo grafico del pittore.
In an account of artistic exchange between Holland and Italy during the 17th century, Gaspar Van Wittel can justly be considered to figure importantly in the beginnings of a new way of looking at landscape, in which we can see the origins of the topographically exact city view that was so important for Venice during the 18th century. It is proper to consider Vanvitelli as a true precursor, who at his best contributed to bringing about the “anti-rococò” of the 18th century, an approach that was at the same time realistic, sensitive, matter of fact, and precise, but that nonetheless was not neoclassical. Giuliano Briganti has admirably set Vanvitelli’s work against the broader context of the origins of view painting during the Seicento, reviewing the different themes through a close scutiny of the century’s various artistic trends and opening up many problems that merit being investigated in a special studies.